Cronache dallo IABforum 2012 - Parte 2: La critica: l'Italia è indietro. Gli imprenditori: grandi opportunità!
- Scritto da Alessandro Giacchino
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L'ho promesso, lo dovevo: le opportunità e le prospettive per il prossimo futuro sono grandi, ma ci si deve dar da fare con serietà e puntando sulla qualità! E' il messaggio che emerge dal mercato, ma che va più interpretato che letto.
Confesso di esser stato super-impegnato tra consulenze nel Digital Marketing per BCI Italia, Toolnews e nuovi progetti, per cui scrivo questo pezzo "a freddo", non avendo avuto il tempo di farlo prima, ma lo faccio innanzitutto perché lo avevo promesso, ma con grande piacere avendo già messo in pratica alcuni messaggi scaturiti dallo IAB Forum 2012. Concentro queste considerazioni sugli interventi di Roberto Liscia e di Oscar Giannino, sui quali inserisco - come sempre faccio - alcune considerazioni assolutamente personali, aperte ad arricchimenti e considerazioni da parte di chiunque desideri farlo.
Possibile che con una platea di giovani e addetti ai lavori i messaggi più interessanti arrivino da una osservatore esterno con il doppio degli anni della media dei presenti?
No, questo non è un mio titolo, ma il senso di un Tweet che ho intercettato durante la manifestazione e che ora non sono più riuscito a rintracciare: se l'autore si riconosce nel testo è pregato di appropriarsi dell'acuto commento che ha voluto riservare all'interessantissima presentazione di Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il consorzio che raccoglie le imprese dell'area Commercio Elettronico. In estrema sintesi, il suo intervento è stata una sorta di denuncia dell'arretratezza del nostro Paese rispetto a tutto il resto dell'Europa per quanto riguarda le attività di commercio elettronico; "A fine 2011 eravamo dove la Spagna, il paese che ci sopravanza nella classifica, era già nel 2006. Con il nostro misero 15% di individui che effettuano acquisti On Line, compresi i ragazzini che compano suonerie e le ricariche telefoniche, siamo a un quarto della Germania, ad un quinto dell'Inghilterra. E il commercio elettronico non è solo una moda, ma una via obbligata per accorciare la filiera distributiva, dare nuovi margini alla produzione e prezzi più competitivi al mercato".
Una vera e propria sferzata a tutto il sistema produttivo/distributivo nazionale che però, dal punto di vista dell'imprenditore, indica la presenza di grandi opportunità, specie in considerazione dei dati complessvi sull'economia del nostro Paese: mentre tutti i comparti del commercio tradizionale sono fermi o arretrano (complessivamente siamo a -2%), il tasso di crescita dell’eCommerce B2c in Italia ha fatto segnare un chiaro +19%, per un valore totale del mercato pari a 9,5 miliardi di euro. Crescono i prodotti (+29%) ed i servizi (+14%), con il turismo a far la parte del leone (46%). Ma qui arriva la seconda sferzata di Liscia: "La cosa triste di questo fenomeno è che il saldo della bilancia commerciale (Export-Import) continua a restare negativa anche nel 2012 (-1,37 miliardi di euro). Il che vuol dire che sono più gli italiani che comprano all'estero che non gli stranieri che comprano da siti Italiani. E se questo può sembrare ragionevole per alcuni prodotti tipo l'elettronica di consumo, è del tutto ingiustificato per altre voci consistenti quali il turismo, l'abbigliamento, gli alimentari che hanno nel "marchio Italia" un grande potenziale. Segno che i nostri imprenditori non hanno ancora capito il potenziale di questo settore".
Tutta colpa della miopia degli imprenditori?
Cercando di capire i perché e come superarli per recuperare la situazione, Roberto Liscia ha espresso alcune considerazioni totalmente condivisibili. Al di là dell'inconsapevolezza degli imprenditori, effettivamente miopi o scettici rispetto al reale potenziale dell'e-Commerce, ci sono due elementi da considerare. Il primo è l'inconsistenza della filiera distributiva, spesso non abbastanza affidabile, il secondo lo intitolerei nell'etica dei comportamenti degli operatori. Sono gli stessi fattori che hanno fatto da freno nel passato a tutte le forme di vendita per corrispondenza che nel nostro Paese non si sono mai sviluppate come altrove. Ma ancora una volta, questa può esser vissuta come un'opportunità imprenditoriale. Mi spiego meglio.
Quest'estate ho arredato un'intera casa in Sicilia acquistando tutto via Internet. Ordini fatti all'inizio di Giugno con consegne pianificate tra metà e fine giugno. Alcuni prodotti sono arrivati perfettamente in linea con quanto previsto ed in ottimo stato. In altri casi, un disastro: un pacco ordinato a Groupon è arrivato a Ottobre, quando in Sicilia non c'era ormai più nessuno a ritirarlo: è stato "appoggiato" presso un vicino compiacente che si è prestato a far da deposito. Un secondo pacco, contenente dei comodini è arrivato danneggiato. I documenti di un conto corrente con Webank aperto OnLine non sono mai arrivati. Dopo molti solleciti sono giunti a fine ottobre, con data "23 giugno". Di chi la colpa? Forse della catena distributiva o delle procedure di Delivery che vanno ancora messe a punto, ma in questo si possono individuare consistenti opportunità di miglioramento della situazione.
Il secondo punto è relativo all'etica: il commercio elettronico deve basarsi su un rapporto altamente fiduciario tra fornitore e acquirente. Rapporto che diventa ancor più importante quando si creano disguidi e nella gestione degli imprevisti e del cliente. Aree nelle quali l'Italia dimostra di avere ancora molta strada da fare. In altre parole, senza un vero "trust" sarà impossibile avere l'esplosione del settore che tutti attendono. Molto aiutano i servizi di valutazione dei fornitori, tipo quelli istituiti da e-Bay, che però non dovrebbero esser visti come un deterrente, quanto come un indice di qualità. E anche qui posso citare un episodio personale: cliente di Genialloyd ho sospeso l'assicurazione della mia moto per l'inverno, così come previsto dal contratto. Tramite e-Mail ed SMS Genialloyd mi conferma dell'avvenuta sospensione e mi fornisce una data entro la quale procedere con la riattivazione. Dopo di che, perfettamente nei termini indicatimi, all'inizio della nuova stagione riaccendo il contratto di assicurazione, ottenendone però un rifiuto per scadenza dei termini. Dopo una situazione che si è protratta per 2 mesi, in seguito alla mia denuncia all'ISVAP, Genialloyd riconosce l'errore, si scusa e mi riattiva il contratto, assicurandomi di riservarmi un rimborso al momento del rinnovo. Cosa che puntualmente NON è avventua: la proposta fattami era infatti più cara di quella ottenuta presentandomi come semplice potenziale acquirente. Conclusione: se non si è seri nel rapporto con i clienti come pensare che se ne possa ampliare la base? Ovvio che ho cambiato compagnia con moto e auto e che sto preparando la nuova denuncia all'ISVAP. Ma è questo che vogliono i clienti?
Oscar Giannino: incendiate!
La conclusione la riservo al grido lanciato da Oscar Giannino: "Siete tanti, ma siete pochi! Vosi siete il nostro futuro, il futuro dell'Italia. Siete tanti, ma rispetto a quelli che dovreste essere siete davvero un gruppo sparuto. E' da qui che dovrebbe ricominciare il futuro dell'Ialia. Ma voi che siete giovani, dovete avere il coraggio di osare. Non basta una semplice scintilla o il vagito dell'Agenda Digitale che in realtà non è neppure considerabile un semplice vagito, Bisogna fare una vera e proprio rivoluzione digitale. Così, non accontentatevi: incendiate, fate la rivoluzione, datevi da fare perchè senza un cambiamento radicale non si va da nessuna parte. E noi abbiamo bisogno di voi per ridare speranza e futuro ad un Paese che non può più restare ingessato come è oggi!"
Sante parole che sottoscrivo, mettendomi a disposizione di chiunque voglia tradurle in fatti!
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