Dal “motore di ricerca” al “motore di richiesta”
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Riceviamo e pubblichiamo volentieri le previsioni che Andrei Broder, distinguished scientist di Google, ha illustrato in occasione della WWW Conference tenutasi a Firenze la settimana scorsa sull'evoluzione dei Motori di Ricerca su Internet che già oggi devono esaminare oltre 100mila miliardi di pagine.
Firenze "caput mundi" nel 2015? Non ancora, ma un pò alla volta ci stiamo arrivando... Sulla spinta dell'attuale Presidente del Consiglio, la blasonata città sta raccogliendo sempre più attenzioni nelle nomine di Manager, in incontri internazionali, in eventi non solo di carattere politico. E' in questo contesto che si inquadra la ventiquattresima edizione della WWW Conference, un convegno internazionale con 2.130 presenze provenienti da 77 Paesi diversi del mondo, confluite a Firenze dal 18 al 228 maggio per discutere del presente e del futuro del Web.
La prima conferenza del World Wide Web si tenne nel maggio del 1994 a Ginevra, con la partecipazione di 380 pionieri del Web che gettarono le basi dell'attuale architettura di Internet. La prossima sarà a Montreal nel 2016 ed è facile intuire che, come quella attuale, sarà seguita da migliaia di persone, chiamate a definire le infrastrutture usate oggi da più di tre miliardi di esseri umani.
Il Futuro del Web? Google protagonista!
Se si parla di motori di ricerca e di Web, la voce attualmente più autorevole non può che essere quella di Google che da sola ne domina il mercato. Così, la palma di protagonista è andata, come da attendersi facilmente ad Andrei Broder, distinguished scientist a Google, giunto così alla sua diciannovesima partecipazione attiva. Interessante così riprenderne la presentazione parola per parola.
La parola ad Andrei Broder
Sin dalle origini, la ricerca di pagine e documenti è stata una delle chiavi del successo del Web. Ma anche il terreno di una sensazionale competizione scientifica.
Nel 1995, il motore di ricerca Altavista esaminava 8.000
pagine Web al giorno, mentre oggi Google ne legge 20 miliardi al giorno.
Altavista era riuscita nell’impresa di indicizzare mezzo miliardo di pagine, ma oggi Google ha un indice da 100 petabyte, un milione di Gigabyte. Secondo le nostre rilevazioni, al momento ci sono 60mila miliardi di pagine web (la cifra è enorme, ma include duplicazioni e pagine dinamiche). Da parte sua, Google risponde ogni giorno a tre miliardi di ricerche.
Ciò che però va evidenziato è il cambiamento di atteggiamento verso le ricerche sul Web. Infatti, se nel passato si accedeva alla rete per "fare una ricerca”, già oggi, e ancor più in prospettiva futura, si dovrà parlare di “Faccio una richiesta”. Ed è proprio in quest'ottica che stanno evolvendo i motori di ricerca, soprattutto in seguito all’avvento dei device mobili.
Oggi, con un comando vocale, posso chiedere al mio smartphone di aprire un’applicazione, di dirmi le previsioni del tempo o di ricordarmi del mio volo aereo. Non è più una ricerca in senso stretto. È un servizio di assistenza!
La ricerca è divenuta un prodotto/servizio di consumo che si è sviluppato sotto la spinta delle crescenti aspettative degli utenti tre assi:
- l’aumento della qualità e della quantità;
- tempi di risposta sempre più rapidi;
- maggiori funzionalità.
Ma ovviamente, crescerà ancora. L’obiettivo finale è arrivare a un livello molto più sofisticato di assistenza, che richiederà il superamento di numerosi ostacoli sul fronte dell’intelligenza artificiale. Immaginate una richiesta del tipo: “Lunedì prossimo devo andare una settimana a Firenze per una conferenza”. Dopodiché, il sistema fa tutto da solo: compra il biglietto aereo, mi prenota l’albergo, prepara una lista dei ristoranti che potrebbero piacermi, mi iscrive alla conferenza e via di seguito.
Ci vorranno ancora anni di sviluppo, per raggiungerlo. Ma l’obiettivo è questo. A quel punto, parlare di “motore di ricerca” non avrà davvero più senso.
Scenario inquietante
Uno scenario certamente affascinante, ma per alcuni versi inquietante: come potrà un software su Internet cogliere i nostri gusti, le preferenze, anticipare le esigenze che governano le nostre scelte individuali, non sempre guidate esclusivamente dalla razionalità? Solo conoscendoci a fondo, non solo sul piano anagrafico ma anche nell'intimo. Cogliendo dai nostri comportamenti informazioni e sensazioni che talvolta noi stessi non conosciamo. Un baratto che varrà la pena di fare? Vedremo... Per intanto, immaginiamoci un nuovo futuro e, se siamo capaci, cerchiamo di coglierne le opportunità che ci offre!
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